One day

Lingua originale: inglese

Paese di produzione: Stati Uniti d’America, Regno Unito

Anno: 2011

Durata: 108 min

Genere: drammatico, sentimentale

Regia: Lone Scherfig

Interpreti: Anne Hathaway, Jim Sturgess, Romola Garai, Patricia Clarkson, Jodie Whittaker.

“One day” è un film del 2011 diretto da Lone Scherfig e tratto dall’omonimo romanzo “Un giorno” di David Nicholls. Il film ripercorre la storia di Emma Morley (Anne Hathaway) e Dexter Mayhew (Jim Sturgess), il cui improvviso incontro avviene nel 1988 a Edimburgo in un contesto universitario, alla fine della sessione di laurea. Sebbene all’apparenza molto diversi (lei determinata e lavoratrice, lui ricco e dedito a divertimenti e dissolutezza), le loro strade si incroceranno ogni anno dal momento del loro incontro, esattamente il 15 luglio. Col passare del tempo, Emma e Dexter andranno separatamente avanti con le loro vite, salvo incontrarsi saltuariamente in alcune occasioni. Tuttavia, non smetteranno mai di rimanere in contatto e, anche se distanti, saranno sempre in qualche modo presenti nelle rispettive quotidianità, il che lascia chiaramente intendere che sono finalmente destinati a stare insieme. O forse no. Il film si presenta immediatamente come un classico dramma sentimentale, il che appare evidente dall’incedere della trama, condita da svariati eventi oltremodo drammatici, uno dei quali, totalmente inaspettato e, oserei dire, quasi fuori luogo, caratterizzerà proprio la fine della storia, ribaltandone drasticamente l’esito e lasciando lo spettatore alquanto interdetto e incredulo. “One day” rappresenta, ahimè, il classico esempio in cui l’apparente validità della sceneggiatura e del filo conduttore risulta parzialmente rovinata da un uso davvero eccessivo e irresponsabile del genere drammatico che finisce, ad un certo punto, con l’annullare improvvisamente il desiderio dello spettatore di proseguire la visione (ammetto con rammarico di aver guardato gli ultimi minuti del film mandandolo velocemente avanti). Inoltre, la mancata armonia tra generi, non fa che risultare in un patetico tentativo di strappare a chi guarda un’emozione qualunque, e non riuscendo a commuovere, finisce col deprimere. La storia sembra richiamare ad una sorta di strappalacrime predecessore del film del 2014 “Scrivimi ancora”, interpretato da Lily Collins e Sam Claflin, il che costituisce uno dei rari casi in cui una pellicola più recente riesce a risultare maggiormente riuscita rispetto a quella cui si era (probabilmente) ispirata. Dunque, ciò non fa che riaffermare amaramente le potenzialità di una trama che, se non appesantita, avrebbe decisamente potuto regalare di più. L’impressione che in particolare si ricava dalle ultime scene del film, è il disperato tentativo di chi narra di voler fornire il “colpo di scena” ad ogni costo, andando a minare (troppo) radicalmente l’apparente prevedibilità dei fatti e sottraendovi un finale che sebbene inatteso, risulta allo stesso tempo estraneo e davvero poco coerente. Nonostante tutto, le scene non sono mai monotone e l’attenzione dello spettatore è tuttavia mantenuta viva da un andamento cinematografico che si trattiene dall’indugiare su fatti poco salienti e da una trama che, come ho affermato in precedenza, rimane ricca di validi elementi. Adatti ai ruoli interpretati, inoltre, gli attori principali e non, sebbene questi ultimi rimangano parzialmente relegati su uno sfondo che muta di continuo, cambiando anche i protagonisti i quali, a distanza di anni, risultano sempre diversi, irrimediabilmente trasformati dal passare del tempo e dalle circostanze. Volendo trarre delle conclusioni, “One day” non fa che ribadire l’importanza del saper utilizzare un genere tanto delicato quanto indispensabile come quello drammatico, che quando abilmente diluito e dosato è in grado di creare dei veri e propri capolavori: occasione purtroppo persa in questo caso in cui la storia rappresentata, forse, avrebbe dovuto rimanere su carta.