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First Reformed – La creazione a rischio

Titolo originale: First Reformed

Paese di produzione: Stati Uniti d’America

Anno: 2017

Durata: 108 min

Genere: Drammatico

Regia: Paul Schrader

Interpreti: Ethan Hawke, Amanda Seyfried, Phillip Ettinger

“First Reformed – La creazione a rischio” è un film di genere prevalentemente drammatico, scritto e diretto da Paul Schrader. Al centro della trama c’è la figura del reverendo Toller (Ethan Hawke), segnato profondamente dalla morte di suo figlio in Iraq (che egli stesso aveva convinto ad arruolarsi) e tormentato da una serie di problemi personali, primo fra tutti il suo alcolismo. Ritiratosi in una chiesa cristiana riformata, Toller incontra Mary (Amanda Seyfried), la quale è preoccupata per suo marito Michael (Phillip Ettinger), ambientalista radicale. Infatti, Michael sembra voler impedire la nascita del figlio che lui e sua moglie aspettano, poichè ritiene ingiusto che un bambino debba vivere in un mondo che sembra degenerare rapidamente, devastato dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici. Toller sarà fortemente turbato da questo incontro, e le cose peggioreranno quando egli ritroverà il corpo di Michael, suicidatosi con un colpo alla testa. Da questo punto in poi, ci si addentra in una storia alquanto confusa (per utilizzare un eufemismo), che lo spettatore si troverà a seguire a fatica, senza comprendere ciò che forse il film si proponeva di comunicare. Lunghe inquadrature e scene che appaiono interminabili appesantiscono senza dubbio una pellicola che risulta carente anche nella trama, sacrificata nel tentativo di ottenere (presumibilmente) un prodotto criptico e di un qualche valore culturale e/o didattico che però non arriva assolutamente dall’altra parte dello schermo. In altre parole, “First Reformed” non fa che presentarsi come una successione di scene, spesso molto simili tra loro, che però appaiono slegate e senza un senso apparente, comunicando pretenziosità e facendo calare progressivamente l’attenzione dello spettatore, generando un senso di confusione e addirittura di noia, totalmente incompatibile con le caratteristiche di un buon risultato cinematografico. Inoltre, il film è ascritto da diverse fonti anche al genere thriller, del quale però sembra non avere proprio nulla, se consideriamo che la parola “thrill” in inglese indica il brivido e l’ebbrezza, sensazioni che è assai difficile provare guardando “First Reformed”. Un punto a favore della pellicola è costituito dagli attori principali, le cui interpretazioni, isolate dal contesto, sono sicuramente degne di nota. Infine, fa riflettere il fatto che il film abbia ricevuto candidature a diversi premi cinematografici, tra cui spicca la nomination agli Oscar per la migliore sceneggiatura originale, ma anche l’inclusione, da parte dell’American Film Institute, nella classifica dei migliori 10 film dell’anno. Infatti, è ormai sempre meno raro che pellicole di questo genere vengano osannate dalla critica e anche premiate dagli organi di competenza, sebbene manchino della capacità di conciliare la profondità della trama con una rappresentazione avvincente e scorrevole; inoltre, il modo in cui l’intrattenimento dello spettatore viene così trascurato, passando anche in ultimo piano, risulta a mio parere altamente ingiusto, se non addirittura offensivo.

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