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The Substance – il nemico allo specchio

Respect the balance

The Substance è un film del 2024 diretto da Coralie Fargeat e interpretato da Demi Moore, Margaret Qualley e Dennis Quaid. La pellicola combina diversi generi cinematografici, spaziando dal body horror al comico-satirico, mantenendo al contempo un’atmosfera emotiva drammatica. Le tematiche trattate, infatti, fanno riferimento alla mancata accettazione del sé e alla sofferenza che ne deriva, portando l’individuo a spingersi ovunque nella vana ricerca della perfezione.

LA STORIA

Elizabeth Sparkle (Demi Moore) – che in inglese significa letteralmente scintilla – è un’icona del fitness al tramonto della sua carriera e la rete per cui lavora decide di rimpiazzarla con una ragazza molto più giovane. Venendo a sapere di una misteriosa sostanza chimica in grado di restituire a chiunque la utilizzi la migliore versione di sé stessi, Elizabeth decide di procurarsela e provoca così una scissione della sua persona. Infatti, dal suo corpo viene generata Sue (Margaret Qualley), un’altra donna giovane e bella, con la quale deve però alternarsi nel corso della quotidianità. Le due hanno diritto ad una settimana ciascuna, ma l’equilibrio è estremamente fragile. La sua rottura culmina in una serie di eventi spesso tragicomici ma densi di significato, resi sullo schermo attraverso immagini sanguinose e disturbanti.

ASPETTI CINEMATOGRAFICI

Per trattare le tematiche scelte, il genere d’elezione si è rivelato l’ horror-splatter, unico in grado di trasmettere visivamente quel disgusto per il proprio corpo che si trova alla base della pellicola. Il comico rimanda invece agli aspetti più ridicoli dell’odio verso sé stessi e della società che lo fomenta. Queste scelte riescono ad evidenziare con successo il messaggio profondo che regge la trama. Quasi in ogni scena del film sono infatti presenti rappresentazioni crude e visivamente scioccanti del corpo delle due protagoniste, perfettamente in linea con il body horror, sottogenere dell’horror che propone immagini grottesche e disturbanti del corpo umano. I 141 minuti della pellicola, tuttavia, potevano essere ridotti evitando la ridondanza finale di alcune scene splatter che spostano il focus dai significati della storia. Nonostante ciò, The Substance è un film che non annoia ma che, al contrario, monopolizza l’attenzione dello spettatore grazie a un crescendo di tensione e suspense.

Il VOLTO DEL SELF-HATRED

Il film, attraverso scene che spesso risultano difficili da guardare, comunica efficacemente il messaggio scelto, restituendo alla protagonista- e allo spettatore- immagini distorte e mostruose per raffigurare una visione alterata di sé. Oltre la crudezza della rappresentazione cinematografica è infatti quasi immediato il riconoscimento della sensazione di malessere e disagio che a molti capita di provare di fronte allo specchio. Quest’ultimo è un oggetto chiave del film, dato che proprio di fronte ad esso avviene lo sdoppiamento di Elizabeth e la realizzazione della giovinezza di Sue. Numerosi, inoltre, i rimandi al noto romanzo di Oscar Wilde Il ritratto di Dorian Gray. Con esso, The Substance condivide molteplici contenuti, tra cui la presenza di una doppia versione di sé- una pubblica e una nascosta- e il contrasto tra vecchiaia e giovinezza, le quali non possono coesistere senza che l’una prenda il sopravvento sull’altra. Ma come appare il self-hatred? In The Substance, esso si trasforma nel Monstro Elisasue, una creatura disgustosa generata dalla rottura dell’equilibrio tra i due corpi. Durante il film possiamo notare come il disprezzo per la propria immagine, alla fine, non risparmi nemmeno la giovane Sue, anch’ella condannata dallo sbilanciamento creatosi tra lei ed Elizabeth. Al di là dell’avvincente storia di fantascienza che narra, The Substance spinge alla riflessione su tematiche sempre più care alla società, come il ricorso alla medicina per contrastare l’invecchiamento o per migliorare la propria estetica, ammiccando ai lati oscuri di questo fenomeno. Quante volte siamo disposti a rompere la preziosa armonia che ci caratterizza, alterando il nostro aspetto per inseguire un ideale inafferrabile? Che responsabilità ha l’attuale società nello spingerci in questa vana ricerca? Queste sembrano essere le principali domande che il film pone allo spettatore, lasciando al contempo spazio all’interpretazione personale. In quello specchio che riflette una creatura mostruosa spesso vediamo noi stessi, pieni di insicurezze e contraddizioni, auto distrutti dalla convinzione di poterci migliorare eliminando una parte di noi con cui abbiamo difficoltà a convivere, ma che ci serve per restare in equilibrio.

Un commento

  • Ersilia Volpe

    Lo stile, il linguaggio, la profondità delle osservazioni mai banali o scontate li ritroviamo in quest’ultima recensione dell’autrice.
    Ancora una volta ci spinge alla riflessione personale ed epocale , partendo da una pellicola che forse avrei evitato ma che alla luce di queste suggestioni invece, credo che andrò a vedere.
    Grazie Luciana

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