Recensioni cinematografiche

Il grande Gatsby

Titolo originale: The Great Gatsby

Paese di produzione: Stati Uniti d’America, Australia

Anno: 2013

Durata: 142 min

Genere: drammatico, sentimentale

Regia: Baz Luhrmann

Interpreti: Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Isla Fisher, Joel Edgerton

“Il grande Gatsby” è un film drammatico-sentimentale diretto da Baz Luhrmann e basato sull’omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald. La pellicola, riprendendo molto fedelmente il libro, presenta la storia del misterioso Jay Gatsby (Leonardo DiCaprio), ricco uomo d’affari che è solito dare delle straordinarie feste nella sua lussuosa dimora a Long Island. Gli eventi (ormai passati) sono raccontati da Nick Carraway (Tobey Maguire), il quale, al momento della narrazione, si trova ricoverato in un ospedale psichiatrico soprattutto a causa dei suoi problemi di alcolismo. Infatti Nick, durante l’estate del 1922, abitava in una piccola casa proprio accanto alla villa di Gatsby, il quale decide di sfruttare la situazione a proprio vantaggio, poichè il suo vicino è anche un cugino di Daisy Buchanan (Carey Mulligan). Quest’ultima è la donna amata da Gatsby, sebbene i due non si siano potuti vedere per cinque anni e ,in questo lasso di tempo, Daisy era convolata a nozze con il ricco Tom Buchanan (Joel Edgerton). Tuttavia, Jay non ha mai perso la speranza (Nick, raccontando, parlerà della predisposizione di Gatsby alla speranza come di qualcosa di unico) e crede fermamente di poter riconquistare Daisy, ora che anch’egli possiede il potere del denaro. Purtroppo ,però, le cose non sono così semplici e il passato non si può ripetere, contrariamente a quanto sostiene Gatsby, la cui innocenza, insieme ai buoni sentimenti, faranno di lui, seppur arricchitosi grazie ad affari illeciti, il personaggio meno corrotto e più autentico di tutta la vicenda. Il film presenta la storia quasi esattamente così come viene narrata nel romanzo di Scott Fitzgerald, omettendo soltanto alcuni fatti meno salienti e approfondendo, in misura minore, alcune dinamiche (come, ad esempio, la relazione tra Nick Carraway e la tennista Jordan Baker), scelta assolutamente plausibile alla luce delle esigenze cinematografiche. Inoltre, Baz Luhrmann ha lasciato la sua inconfondibile firma sulla pellicola, soprattutto attraverso una colonna sonora assolutamente moderna (scelta consapevole) che contrasta nettamente con il periodo rappresentato senza, però, risultare stonata ma, al contrario, donando particolarità al film in modo straordinariamente armonico. Anche l’avanzamento generale della storia non è mai troppo lento (nonostante i 142 minuti di durata) e ogni scena è sempre fondamentale al fine di una corretta narrazione della vicenda. Infine, il già menzionato connubio tra modernità e passato aggiunge davvero valore alla pellicola, fornendo un ritratto dei “ruggenti anni venti” che si potrebbe definire surreale ma che si adatta perfettamente alla trama, arricchendola senza per questo stravolgerla. Dunque, la versione cinematografica del 2013 de “Il grande Gatsby” è un prodotto sicuramente ben riuscito, che non annoia mai (io stessa l’ho guardato almeno cinque volte) ma che si è dimostrato soprattutto in grado di rendere giustizia (in modo non convenzionale) a quello che può, senza dubbio, essere tuttora considerato un capolavoro della letteratura americana.

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